Giornata mondiale del cane da soccorso

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Pagina pubblicata in data 24 aprile 2021
Aggiornata il 22 agosto 2022

"Ero stato colpito al braccio da una scheggia, una pallottola nella mandibola ed una sciabolata aveva affettato parte del mio scalpo. Ero mezzo sepolto tra i cadaveri di molti dei miei amici quando sentii qualcosa di umido toccare la mia fronte. Un cane sanitario mi stava leccando il viso. Nonostante le mie gravi ferite riuscii a tirarmi su un poco. Sapevo che i cani sanitari erano addestrati a riportare gli elmetti dei soldati feriti al campo ma io avevo perso il mio. Il cane esitava e io dissi "vai, ragazzo, vai a cercare aiuto". Egli capì e ripartì verso il campo. Fu così insistente nell’abbaiare e nel tirare i loro cappotti che attirò l’attenzione di due barellieri. Essi lo seguirono mentre li conduceva da me e mi salvò la vita (racconto di un soldato di Mans ferito il 2 novembre 1915)".

Da quel lontano 1915 sono passati oltre cento anni e ogni anno, a partire dal 2008, l’ultima domenica del mese di aprile, si festeggia in tutto il mondo la giornata mondiale del cane da soccorso, ricorrenza voluta per ricordare l’importanza degli "eroi" a quattro zampe, protagonisti di molte operazione di ricerca e soccorso.

Le origini del sodalizio tra uomo e cane risalgono a circa 30.000 anni fa, come raccontato anche di recente dal film Alpha – Un'amicizia forte come la vita.

L'addomesticamento del cane, osservano i ricercatori, deve essere avvenuto nel Neolitico: gli insediamenti stabili da parte dei primi agricoltori hanno creato un ambiente che ha favorito la selezione costante degli esemplari più docili e mansueti fra i lupi che venivano a rovistare fra i resti alimentari degli abitanti.

Un legame che col passare del tempo si è perfezionato e consolidato a tal punto che oggi in numerose squadre di soccorritori sparse nel mondo troviamo un volontario speciale: il cane.

Grazie al suo potente olfatto, il cane opera con infallibile operosità e instancabile motivazione, sulla neve, sopra le macerie, nei boschi, in montagna, compiendo soccorsi difficili e a volte impossibili spinto dall’amore incondizionato, inesauribile per l’uomo.

I cani intervengono a seguito di disastri naturali, si adoperano nelle ricerche di persone scomparse e salvano, ogni giorno, la vita di adulti e bambini.

In questa giornata, un ricordo speciale va ai cani scomparsi durante le operazioni di soccorso, come in seguito alla tragedia dell’11 settembre 2001 (fra di loro il Pastore Belga Servus e il Pastore Tedesco Brutus).
Una famosa eroina è stata Camilla, una border collie intervenuta durante il terremoto di Amatrice del 2017. Ha continuato il suo lavoro nonostante una ferita, morendo proprio durante la sua attività di ricerca. E poi Kreole, Apo, Derby e Jana, che per ore ed ore hanno scavato tra le macerie per ritrovare i superstiti del crollo del ponte Morandi di Genova nel 2018.

Forse, fra i più famosi cani da soccorso c'è Barry der Menschenretter, che visse sulle Alpi Svizzere fra il 1800 ed il 1814. Addestrato dall’Ospizio del Gran San Bernardo. Gli viene attribuito il merito di aver salvato molte vite, da cui il suo soprannome "menschenretter" che significa "salvatore di persone" in lingua tedesca.

Secondo la leggenda, Barry ha salvato 40 vite umane – tra cui un bambino semicongelato raccolto nella neve e trasportato sulla schiena fino all’ospizio – prima di essere ucciso con un colpo di baionetta da un soldato di Napoleone, che lo avrebbe preso per un lupo.

Oggi "Barry – il leggendario cane di San Bernardo" è una mostra permanente del Museo di storia naturale di Berna, inaugurata nel giugno del 2013, esattamente due secoli dopo la morte del famoso cane allestita da Marc Nussbaumer, consulente scientifico del museo.

Sembra che Barry sia morto a "letto", o meglio nella sua cuccia, nel 1814 a Berna, dove il cane dopo anni al servizio dell’ospizio del Gran San Bernardo era stato portato.

Rimane un mistero perché un dipendente del monastero abbia portato il cane nella capitale svizzera. Nussbaumer, autore di un libro su Barry, pensa che gli si volesse affidare un ruolo educativo, per far conoscere il lavoro dei canonici agostiniani dell’ospizio del Gran San Bernardo.

In ogni caso, alla sua morte Barry era già piuttosto famoso. Nel 1816 Friedrich Meisner, un professore di storia naturale di Berna, scrisse: "mi pare bello e anche confortante pensare che questo cane fedele, salvatore di molte persone, non sarà dimenticato in fretta dopo la sua morte".

Secondo Marc Nussbaumer, nessun cane da salvataggio dell'ospizio ha mai portato una botticella piena di cordiale. Nel suo libro scrive che la botticella ha fatto il San Bernardo. È come un logo, una marchio. Un grande cane bianco e marrone con una botticella è subito identificato come un San Bernardo.

E che dire del bambino semicongelato trasportato sulla sua schiena? Questa storia circolava probabilmente già prima che Barry morisse. I cani di San Bernardo non sono in grado né fisicamente né psicologicamente di compiere una simile azione.

Ma oltre a questi "eroi famosi", nella giornata mondiale del cane da soccorso è giusto celebrare e ricordare l’importanza di tutti i quattro zampe che collaborano, ogni giorno, con il Soccorso Alpino, con la Croce Rossa, con la Polizia di Stato e con tutte le forze dell’ordine impiegate in operazioni di soccorso e salvataggio.

Ferruccio Pilenga nel 1988 ha fondato la Scuola Italiana Cani Salvataggio, una organizzazione nazionale di volontariato dedicata alla preparazione delle unità cinofile, ispirato dal suo Terranova, un nuotatore potente di nome Mas al quale ha anche dedicato il libro "Io sono Mas. Le avventure di un cane salvatutti": "Ha trainato un gommone pieno d’acqua con tre persone a bordo per mezz’ora", ha raccontato in una recente intervista al Times . "Un essere umano non può farlo".

L’Italia riconosce i cani-bagnini "certificati". Le razze principalmente utilizzate per il salvataggio in acqua sono il Terranova, il Labrador ed il Golden Retriver e si può iniziare l’addestramento sia con cani adulti sia con i cuccioli (dai 5 mesi in poi).

I cani bagnino sono ammessi a viaggiare in cabina insieme al proprio conduttore sui voli di alcune compagnie aree come ad esempio la Swiss Air, e fin dai primi anni 2000 le ordinanze balneari di numerose capitanerie di porto prevedono una esplicita deroga per l’accesso in spiaggia dei cani bagnino.

Oltre ai cani bagnini ci sono anche quelli alpini, detti anche cani da valanga, perché specializzati nel ritrovare i dispersi sotto la neve. Ci sono i cani da soccorso addestrati per cercare i dispersi sotto le macerie di un edificio crollato.

Sono questi e tanti altri i ruoli che i cani da soccorso ricoprono. Tutti loro hanno in comune una cosa: rischiano e a volte perdono la loro vita, per salvare quella dell'uomo.

Dott. Francesco Russo

Articolo tratto dal sito www.brioweb.eu
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